Siglato
dall'archistar
francese Jean Nouvel, il Louvre Abu Dhabi è appoggiato sotto
una cupola
a nido d'ape di otto strati, che ripropongono forme geometriche in
stile arabico, creando dei fasci di luce che attraversano il tetto fino al
colpire le superfici delle bianche pareti, dove danzano con i loro riflessi,
mentre al suo interno una rete di corridoi e canali attira le acque del Golfo
di Persico.
Un'opera
gigantesca che si propone come inno alla tolleranza e al dialogo tra le culture
e le religioni, tutte presenti - compreso il Giudaismo, nonostante gli Emirati
Arabi non riconoscano Israele - all'interno della struttura, nella loro
rappresentazione artistica.
Questo capolavoro di architettura moderna è costato una fortuna - in più il principato del Golfo Persico ha dovuto sborsare 500 milioni di dollari a Parigi per poter utilizzare il marchio dell'icona museale per i prossimi 30 anni e altri 750 milioni se ne andranno per mettere a contratto i manager francesi che si incaricheranno di supervisionare le 300 opere in arrivo da Rue de Rivoli.
Al momento sono 620 le opere esposte - il museo ha una superficie totale di 97mila metri quadri, 6.400 dei quali di mostre.
Di
spicco, il Ritratto di Dama (La Belle Ferronière) di Leonardo (dal Louvre), il
Bonaparte che attraversa le Alpi di Jaues-Louis David (Versailles) e
l'Autoritratto di Vincent Van Gogh da Orsay.
E
proprio il dialogo tra culture è il tema ricorrente.
A un certo punto,
un'armatura francese sembra guardare attraverso la divisa di un guerriero
giapponese. Accade anche per le
religioni.
In
una sala, una stele funeraria ebrea della Francia del Duecento poggia vicino a
una pietra tombale musulmana della Tunisia e a quella di un arcivescovo
cristiano trovata a Tiro, in Libano.
Una
statua dipinta della Vergine con il Bambino francese è posizionata in
prossimità di un Corano siriano del Duecento, aperto su una pagina che racconta
della notte del Ramadan in cui gli Arabi credono che il loro libro sacro sia
stato svelato al profeta Maometto.
In
una stanza quasi buia, il Corano Blu, uno dei più antichi mai trovati, è
posizionato di fianco ad una Bibbia gotica, ad una Sutra buddista e a una Torah
trovata nello Yemen, che data 1498.
In
una delle sale al primo piano si trova una scultura - un albero di ampie dimensioni,
simbolo di vita e rinascita dell’artista piemontese, Giuseppe Penone.
Il
museo ospita anche opere di artisti contemporanei; al momento, l'ultima opera
che si ammira percorrendo le sale siglate Nouvel è "A Foundation of
Light" dell'artista cinese Ai Weiwei, un'opera di vetro e acciaio dove
la luce richiama gli effetti luminosi notturni dell'edificio.
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