Un fantastico progetto di "Frumat "con sede a Bolzano, dal 2009 punta sugli scarti dell’industria agroalimentare per produrre nuovi beni di consumo all'insegna dell'eco sostenibilità, dai vestiti ai quaderni.
L’altoatesino Alberto Volcan, ingegnere e ricercatore ecologico, ha elaborato un sistema di produrre carta e similpelle dalle bucce e dai torsoli delle mele, un progetto innovativo ed ecologico che si è concretizzato in una produzione che attualmente si aggira intorno alle 30 tonnellate al mese.
Carta e similpelle ottenuti con una miscela di acqua, farina di mele (che contiene il 70% di cellulosa) e un collante alimentare, il prodotto finale, un materiale duttile, inodore e molto resistente, viene utilizzato per la produzione della carta, per i rivestimenti di arredamento e per la produzione di calzature e abbigliamento.
L’industria del fashion si colloca subito dopo il petrolio,
nella classifica delle attività maggiormente inquinanti;
sono i “processi a
umido” come tintura, stampa e il finissaggio dei tessuti ad avere un grosso
impatto ambientale, richiedendo grandi quantità di acqua e un massiccio
utilizzo di sostanze chimiche, si stima che un quarto delle sostanze chimiche
prodotte nel mondo sono utilizzate nella filiera del tessile-abbigliamento.
Per fortuna, negli ultimi anni l’industria del fashion
mostra un’attenzione maggiore ai temi dell’ecologia, sono soprattutto i giovani
stilisti a prediligere un approccio green.
Il tessuto "L’appleskin" nata dall'intuizione dell’ingegnere Alberto
Volcan e arrivata in passerella in occasione del “The Green Carpet Fashion
Awards”, il primo premio mondiale verde della sostenibilità, che si è svolto in
autunno a Milano.
L’abito innovativo veniva presentato da Terra Urbana, brand
del lusso eco sostenibile, di Matea Benedetti, premiato tra i migliori materiali
ecologici, un capo realizzato con il 50% di appleskin e con il 50% di altro
materiale riciclato.
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