I rifiuti che abbiamo creato sono divenuti
un tutt'uno con i nostri corsi d’acqua, con l’aria che respiriamo e con la
nostra terra, la capacità di coltivarli e raccoglierne i frutti è un obiettivo importante.
La
storica manifattura vicentina Bonotto con il progetto “ Gardening
the Trash “ vuole affrontare il futuro lanciando una prima collezione
di tessuti unicamente prodotta con lo scarto di materiale plastico.
In
collaborazione con Miniwiz, società di engineering e design specializzata nel
riciclaggio post-consumer e nel riuso creativo, al Fuorisalone di questa primavera Bonotto ha
presentato una serie di
arazzi, fiorati, mimetici e ton sur ton realizzati proprio con quello
che gettiamo ogni giorno.
I due
arazzi a parete proponevano delle inflorescenze e delle liane che sono
modificabili al calore, diventando dettagli vivi e interattivi, con
l’intenzione di creare un nuovo concetto di arazzo, capace di interagire con i
fruitori del luogo e modificabile a seconda dei climi dell’umore umano,
attraverso semplici strumenti.
La tecnica
utilizzata è quella del fil coupé con telaio mecacanico.
Sotto la
direzione artistica di Cristiano Seganfreddo il marchio
italiano propone di produrre nello stesso modo e offrire prodotti d’eccellenza
ricavati da ciò che è stato già consumato.
L’obiettivo
di Gardening The Trash è portare il settore del fashion di lusso all'interno dell’economia circolare, in cui nulla viene buttato e tutto è possibile
con un enorme vantaggio, che non è solo a favore dell’ambiente, ma un viaggio
attraverso materiali dalle caratteristiche inedite.
Sfruttando
questo know-how acquisito Bonotto presenterà la prima capsule collection
in autunno.
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