Il
progetto del viterbese Arturo Vittori - una speciale rete per catturare
l'umidità dell'atmosfera e trasformarla in acqua potabile è stato presentato
per la prima volta alla Biennale di Architettura di Venezia nel
2012. Il nome Warka deriva dalla lingua etiope e
indica un grande albero di fico che nella tradizione è simbolo di fecondità e
generosità.
Per
cercare di risolvere questo problema, Vittori e i suoi collaboratori hanno
messo a punto il progetto delle ‘torri’ alte 10 metri, formate da
una struttura di bambu’, una rete plastica per far condensare l’acqua presente
nell’aria e un collettore per raccogliere l’acqua (fino a 100 litri al giorno)
e eliminarne le impurità.
La
realizzazione ha un costo inferiore a 1000 euro e in solo 4 giorno sei persone
sono in grado di installare il Warka Water; si è cercato di integrare anche le
tecniche e gli strumenti locali di costruzione in modo di poter creare una “comunita”
di costruttori che in futuro possano costruire nuove torri e curarne la
manutenzione.
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