La struttura, risultato di un intervento di recupero e
riconversione che non cancella i segni e la storia del silo costruito nel 1924;
l’atrio centrale funge da cuore del museo attorno al quale sono dislocate le
gallerie espositive, è stato proprio scolpito e scavato all'interno dei 42
cilindri di stoccaggio in cemento armato che compongono l’architettura
industriale.
Il museo, che vanta 6.000 mq dedicati all'arte con 80 gallerie, un
giardino di sculture sul tetto, depositi, bookshop, bar e sale lettura mentre
negli ultimi sei piani di quella che una volta era la torre di movimentazione
meccanica del grano sorge un hotel cinque stelle”The Silo Hotel “gestito dal
gruppo Royal Portfolio.
Partendo dalla digitalizzazione di un singolo grano di mais
ritrovato all'interno dell’edificio (ingrandito fino a coprire l’altezza totale
dell’impianto) ha dato origine ad una composizione scultorea concava. Poco
spessi i silos esistenti sono stati rinforzati internamente con una fodera in
calcestruzzo armato che rende la struttura composita spessa 42 cm. I bordi
sezionati sono stati inoltre lucidati per creare un netto contrasto con la
parte grezza originaria.
La luce naturale viene portato all'atrio con lucernari
circolari in vetro strutturale realizzati mediante sfacettature triangolari
dalla forma convessa con un diametro di 6 metri, che allo stesso tempo creano una
superficie calpestabile per il giardino delle sculture posizionato sul tetto.
In ogni caso questa struttura, dedicata all'arte africana è
un esempio di un recupero estravagante !
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