Affascinato
dalla solitudine di alcuni alberi in mezzo a paesaggi naturali e vergini, “Myoung
Ho Lee “nato nel 1975 a Seul, capitale della Corea del Sud li ha
isolati con l’utilizzo di sfondi di tela bianchissima e ha dato vita a un
progetto surreale che gioca sulla possibilità di separare un oggetto, come un
albero, dal suo contesto naturale.
Da
bambino ero solito fare lunghe passeggiate. Percorrevo appositamente il
sentiero meno breve al ritorno da scuola. Al tempo, scelsi un albero per amico;
stava sempre nello stesso punto, pronto a darmi il benvenuto ogni volta che
passavo di là.
Ho sempre creduto che gli alberi fossero creature misteriose,
delle persone connesse alla radice della terra”, Myoung Ho Lee racconta
così l'ispirazione per la serie Tree (2005-08).
L’elaborazione
dello scatto per quanto minimalista ha bisogno di una concreta organizzazione -
la tela, che si estende tra i quindici e i diciotto metri viene posizionata
dietro gli alberi con l’aiuto di una squadra di assistenti e una gru.
In un
secondo momento il fotografo elimina corde e barre con un lavoro minimo di post produzione,
dando la sensazione che lo sfondo bianco sia in realtà in grado di mantenere
quella collocazione da solo.
Con un eccellente
uso della luce che non permette la produzione di ombre sullo sfondo, quegli
alberi
Mosso, in
seguito, dalla crisi ecologica che si abbatte sul mondo, Lee ha pensato di
fotografare gli alberi della terra nativa, trattandoli come modelli umani.
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