Sembra un
immenso
bocciolo, il Tempio Bahá'í affacciato su Santiago del Cile ed è un
omaggio alla luce e alla natura.
Firmato dallo
studio canadese Hariri Pontarini Architects, la struttura è costituita da nove
petali in marmo portoghese traslucido e vetro ed è circondata da
specchi d’acqua e piante autoctone.
Il progetto è
innovativo
anche dal punto di vista ingegneristico, e non poteva essere altrimenti in un
luogo esposto a terremoti fortissimi. Infatti, grazie a una rete
d’isolatori sismici elastomerici in acciaio e cemento l'ossatura del
tempio è stata studiata per assorbire gli eventuali movimenti del terreno.
Concepito
per riflettere un culto universale ideale in cui tutti gli esseri umani sono
alla pari l’ultimo Tempio Bahá’í è uno spazio di culto aperto e accessibile a
tutti, che può ospitare fino a 600 persone su panche ricurve in noce e sedute
in pelle.
Guardando all'oculo centrale all'apice della cupola, i visitatori possono godere della
luce proveniente dall'esterno, grazie al carattere traslucido dei materiali usati.
Al tramonto, la luce all'interno cambia
da argentata a bianca, e da ocra a viola.
Il tempio
è accessibile da nove ingressi situati a intervalli regolari intorno alla
cupola, mentre i percorsi sinuosi accompagnano i visitatori in passeggiate
meditative immerse nella stupenda vegetazione delle Ande.
L’architetto ha cercato di realizzare un edificio robusto ma che al tempo stesso desse l'idea di dissolversi nella luce.
Siamak
Hariri precisa che l'obiettivo era ricomporre una serie di apparenti
contraddizioni: immobilità e movimento, semplicità e complessità, intimità e
monumentalità !
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